Il criminale più famoso del fumetto italiano, Diabolik, oggi al cinema col nuovo film dei Manetti Bros, nacque nel 1962 a Milano, dalla mente di Angela Giussani, da poco licenziatasi dalla casa editrice di Gino Sansoni, suo marito.
La nascita di Diabolik
Angela curava la collana di libri per ragazzi dell’Astoria Edizioni quando decise di realizzare i propri progetti e dimettersi. Voleva creare fumetti, così, con il supporto del compagno, fondò l’Astorina nel grande appartamento di Via Leopardi 25 che già ospitava l’Astoria. La cucina, che aveva un’entrata sul retro, divenne lo studio per i disegnatori.
Nei primi due anni di attività Angela rischiò, prima, il fallimento e, poi, il carcere per corruzione dei giovani. L’esordio dell’Astorina con “Big Ben Bolt”, la storia di un pugile, fu un insuccesso di prima categoria e rischiò di far naufragare l’intero progetto. Angela decise che avrebbe scritto lei le storie da pubblicare e, così, inventò Diabolik, il criminale più famoso del fumetto italiano. La Giussani si ispirò al Fantomas francese e a un caso di cronaca di Torino del 1958 (un brutale omicidio firmato da un ignoto “Diabolich”).
Angela era spregiudicata e decisa ad avere successo con le sue storie. Scottata dal primo fumetto prodotto, decise di distribuire il terzo numero di Diabolik (marzo 1963), in omaggio, ai ragazzi delle scuole. Le autorità la accusarono per corruzione dei giovani. Il giudice proscioglierà la Giussani il 6 luglio del 1964, grazie alla copertina dell’albo incriminato che, mostrando Diabolik in manette, venne considerata moralmente appropriata.
La vicenda, però, le regalò il successo sperato. Dopo 13 numeri, coinvolse la sorella Luciana che divenne coautrice del fumetto. Da allora, entrambe le sorelle Giussani hanno firmato le storie di Diabolik fino alla loro morte, Angela nel 1987, Luciana nel 2001. Ispirazione per film e video musicali, il personaggio delle sorelle Giussani ha creato il genere del fumetto nero italiano e oggi è oggetto di studio per sociologi ed esperti di comunicazione.