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Il coraggio di Roma nelle Guerre Puniche

Nel 243 a.C. Roma era stremata dalla Prima Guerra Punica contro Cartagine, la più grande potenza marittima dell’epoca. Con enormi sforzi la Repubblica aveva creato una prima flotta, ma le tempeste e l’inesperienza dei capitani ne avevano affondato il 70%, oltre 500 navi e innumerevoli morti.

Ogni speranza di vittoria giaceva ormai sul fondo del mare, ma Roma e la federazione che guidava decisero di non arrendersi. Era impossibile chiedere altre tasse alla popolazione d’Italia per ricostituire la flotta, allora i Senatori stabilirono che gli uomini più abbienti dello stato, cioè loro stessi, dovessero pagare tutte le spese. Furono costruite 200 navi, e stavolta Roma scelse per esse una forma diversa, più leggera e veloce sul mare, innovando l’arte nautica in cui da poco si cimentava.

E vinse. Nonostante fosse inesperta nella guerra navale, Roma trionfò sulla potenza cartaginese, iniziando così la propria strada verso la grandezza. Questo primo passo, che trasformò la crisi in un successo, fu compiuto grazie al sacrificio e all’esempio della classe dirigente in Senato, all’innovazione e alla perizia tecnologica degli ingegneri, all’incrollabile fede dei consoli, alla resistenza dei soldati e alla fiducia dei cittadini.

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