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5 curiosità su Machu Picchu

Machu Picchu

Era stato il nido dell’aquila del morente popolo Inca. Un luogo che era già vecchio quando l’antico impero regnava sulle cime delle Ande. Il suo nome, Machu Picchu, Vecchia Montagna, lo testimoniava.

Gli Inca vi avevano mandato coloni dalle regioni conquistate e poi li avevano lasciati lì, durante la guerra civile del 1531-32 che permise, tragicamente, l’arrivo e la conquista delle Ande da parte del feroce Pizarro e dei suoi uomini.

Machu Picchu era una storia sussurrata nei meandri della cordigliera, quando Hiram Bingham la riscoprì, il 24 luglio del 1911: una città morente che conservava i ricordi di un tipo di vita cancellato, nella regione, da secoli.

Oggi Macchu Picchu è uno dei patrimoni dell’umanità all’interno di un’area ecologica protetta. Una memoria di roccia, erba e fauna di un mondo scomparso e che non potrà rivivere mai più.

5 curiosità su Machu Picchu (più una)

  1. Quando Hiram Bingham scoprì Machu Picchu la città non era disabitata. Vi lavoravano tre famiglie di contadini. Il figlio undicenne di una di queste, Pablito Alvarez, accompagnò Bingham alle rovine.
  2. A lungo si è creduto che Machu Picchu fosse Willkapampa (Vilcabamba), la città perduta del popolo Incas, fondata da  Manco Inca Yupanqui nel 1539. Oggi questa teoria è stata confutata e si ritiene che l’ultima capitale dell’impero siano le rovine a Espiritu Pampa, 80 km più a ovest.
  3. Gli edifici della città sono stati costruiti in funzione delle montagne sacre, gli apus della religione inca. Nei giorni sacri a questo popolo, il sole sorge o tramonta dietro questi picchi.
  4. Tutti gli edifici, costruiti senza malta con grandi blocchi di pietra perfettamente modellati, sono a prova di terremoto. Come l’antica capitale Cusco, anche Machu Picchu è soggetta a scosse sismiche, durante le quali gli edifici “danzano” ma non crollano.
  5. Secondo la maggior parte degli archeologi, la città fu costruita come ritiro per il sovrano, da Pachacutec Inca Yupanqui (1438–1471) e Túpac Inca Yupanqui (1472–1493). I terreni erano coltivati da mitimaes, coloni deportati dai territori conquistati dall’impero.
  6. Una delle teorie più affascinanti, quella di Giulio Magli, indica il sito come meta finale di un pellegrinaggio da Cusco, che avrebbe ricalcato il viaggio celeste dei primi Incas. Il cammino raggiungeva la roccia di Intihuatana, nel punto più alto delle rovine principali.

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