Nel 1991 la paura dell’HIV e dell’AIDS condannava i malati alla segregazione. I giornali non aiutavano, cavalcando la paranoia delle persone e identificando i malati come “lebbrosi” da evitare. L’immunologo Fernando Aiuti e la paziente Rosaria Iardino decisero che avrebbero cambiato le cose.
Un bacio contro l’HIV
«Decidemmo su due piedi, dopo aver letto gli ennesimi titoli che facevano disinformazione: oggi le chiameremmo fake news,» ha raccontato al Corriere della Sera, nel 2017, la stessa Iardino, che oggi ha 53 anni. «Il Mattino di Napoli aveva scritto che l’Hiv si poteva contrarre anche con un bacio».
L’idea nacque da quella bufala sparata a tutta pagina dal quotidiano partenopeo. Erano i primi di dicembre e a Cagliari, nel pieno del convegno per la Giornata mondiale contro l’Aids, Fernando Aiuti si alzò, scese dal palco e andò incontro a una Rosaria, 25 anni e sieropositiva, prendendola fra le braccia a baciandola sulla bocca. L’immagine travolse l’Italia e poi fece il giro del mondo.
«Avevamo deciso di darci quel bacio la sera prima» ha raccontato Rosaria, «perché eravamo ormai molto scoraggiati, sembrava che non servissero più né le parole né gli articoli scientifici».
«Quel bacio è stato sicuramente l’atto più eclatante, ma Fernando ha fatto molto altro oltre quello». Aiuti, morto nel 2019 per una cardiopatia, e Iardino sono stati fondamentali per la diffusione delle conoscenze sul virus in un paese conservatore come l’Italia.
«I miei si andarono a informare da soli,» ha continuato Rosaria, «mio fratello e mia sorella subirono discriminazioni indirette sul posto di lavoro, ma non me lo raccontarono se non dopo molti anni. Io cominciai a essere sempre più spesso ospite dei programmi televisivi. Abbiamo bombardato i giovani di informazioni». Poi l’amara conclusione: «Oggi i loro coetanei non sanno niente».
Nel 2020, in Italia, sono state 1.303 le nuove diagnosi di HIV e 352 di AIDS in Italia, in diminuzione rispetto agli ultimi anni. In calo, però, anche l’uso del preservativo: nel nostro paese circa il 20% delle persone non lo utilizza mai e più della metà solo raramente.