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Lauro De Bosis, l’Icaro italiano che sfidò Mussolini dal cielo

Lauro De Bosis, l'Icaro italiano contro il fascismo

Lauro De Bosis aveva solo 30 anni quando si alzò in volo sul piccolo aereo “Pegaso” e lanciò la sua sfida a Mussolini e al fascismo. Un pirata del cielo e delle idee che eluse  la temibile aeronautica regia di Italo Balbo per risvegliare la coscienza di una nazione caduta nel profondo abisso della dittatura tra quasi un decennio.

Il volo su Roma di Lauro De Bosis

De Bosis era uno dei giovani intellettuali italiani più famosi del suo tempo, pensatore di quella destra liberale che il fascismo aveva assassinato. Fu anche scrittore, poeta, artista olimpico italiano, saggista, traduttore e docente universitario ad Harvard, negli USA, dove gli fu intitolata una cattedra di Civiltà Italiana. Di lui resta il poema “Icaro”.

Aveva accumulato solo sette ore e mezzo di volo quando decise di compiere quell’impresa che lo avrebbe consegnato alla storia. A Marsiglia, dove aveva appena acquistato il suo velivolo, si fece passare per un uomo d’affari inglese chiamato Morris. Chiese a due piloti di aiutarlo a preparare l’aereo per volare dal porto francese fino a Barcellona. Poi si fece fotografare, salì sul suo “Pegaso”, prese la cloche e decollò alla volta di Roma.

Arrivato nei cieli della capitale italiana sganciò «migliaia e migliaia di volantini, incitanti alla rivolta morale contro il fascismo oppressore, che rappresentarono un durissimo colpo di immagine per il regime» (Sergio Mattarella, 2016). Poi virò per tornare verso Marsiglia. L’aereo, preparato per la più breve rotta per Barcellona, finì il carburante mentre sorvolava il Mar Tirreno. Il 3 ottobre del 1931 scomparve dopo aver eluso l’aeronautica reale italiana.

Il corpo di Lauro non fu mai ritrovato. Restarono, però, le parole pronunciate dal suo “Icaro” e pubblicate quattro anni prima del leggendario volo:

«Il nuovo / mondo che sorge senza ceppi e senza / vincoli di muraglie e di frontiere / uno ed uguale per gli uguali libero / per i liberi che accerchia le diverse / genti sfatte dall’odio in una sola / azzurra patria, luminosa e immensa: / il cielo, o Fedra, il cielo, ecco il mio regno!»

“Icaro” di Lauro De Bosis (1930)

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