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Perché Mario Draghi poteva essere Presidente della Repubblica

Mario Draghi non sarà Presidente della Repubblica

Dopo una lunga battaglia in Parlamento, Sergio Mattarella si è trovato a dover accettare un secondo, irrituale, mandato da Presidente della Repubblica come già successo al suo predecessore Giorgio Napolitano. Il trattamento riservato a Mario Draghi, l’altro possibile candidato, getta ombre sul futuro del premier, garante degli impegni nazionali nei confronti dell’Unione Europea e, soprattutto, di USA e Germania.

Mario Draghi e il PNRR

L’Italia è, infatti, in una situazione delicata a causa dei pesantissimi debiti che sta contraendo sui mercati, sfruttando le garanzie fornite dal governo tedesco ai mercati. La mancata elezione di Draghi potrebbe portare a una crisi di governo e alle dimissioni del premier, figura che però è fondamentale per comunicare l’affidabilità internazionale del nostro paese.

Mario Draghi, che da sempre si ispira al Conte di Cavour, avrebbe potuto essere uno dei tanti economisti a capo della BCE susseguitisi negli anni. Ma la storia decise di porlo di fronte a una delle più grandi sfide della nostra epoca: la crisi finanziaria iniziata del 2008. Alla guida della Banca Centrale dal novembre 2011, il 26 luglio 2012 Draghi rivoluzionò coraggiosamente il modo di pensare europeo con il suo discorso più famoso, tenutosi mentre lo tsunami americano si abbatteva sulle economie del mondo intero.

«La BCE è disposta a fare tutto il necessario (whatever it takes) per preservare l’Euro. E credetemi, sarà abbastanza».

Mario Draghi

Una frase così iconica, così storica da meritarsi un posto nell’enciclopedia Treccani. Una frase che, pronunciata alla conferenza di Londra, nel cuore della futura Brexit, non cambiò solo il modo di affrontare quella crisi economica, ma tutto il corso della storia europea. L’UE nacque dal “whatever it takes”. Il Quantitative Easing che sostenne i titoli di stato dell’Eurozona ne fu diretta conseguenza, come il Recovery Fund di oggi.

Mario Draghi cambiò il corso della storia europea con una sola frase. Per questo oggi il suo volto può essere speso con la Germania, come ha efficacemente spiegato Dario Fabbri su Limes, per dimostrare l’affidabilità del paese. Sarà ancora possibile nei prossimi anni?

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