Ieri la Giornata della Memoria ha unito gli italiani nel ricordo dei circa 6 milioni di ebrei uccisi da nazisti e fascisti nell’Europa del 1933-1945. Eppure, anche in un giorno di raccoglimento come quello, dedicato al ricordo prima ancora che alla storia, non sono mancate le dimostrazioni di No Vax, sui social e non solo, convinti di essere vittime di un nuovo Olocausto.
Sami Modiano e Liliana Segre sui No Vax
Dalle frasi del leader degli antivaccinisti Kennedy Jr su Anna Frank a quelle del deputato 5S Lorenzoni che ha parlato di “nuovi ebrei”. L’uso della Stella di David durante le manifestazioni ormai regolari in tutte le città italiane da mesi, è stato un ultimo insulto alla memoria dell’Olocausto anche per Sami Modiano, 91 anni, sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau.
«Questo paragone io non lo accetto assolutamente. Per me significa tutt’altra cosa: sofferenza, dolore, deportazione, eliminazione, sradicare le persone dalle loro case»
Sami Modiano
E a chi parlava di marchi sulla pelle per i non vaccinati, ha ribadito: «Quando io sono stato tatuato non avevo più un nome, non sono più stato chiamato Sami Modiano ma B7456. In quel momento mi hanno tolto la dignità di essere una persona umana. I tedeschi ci hanno considerato bestie da eliminare, non eravamo più persone».
«Follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza» aveva già commentato la senatrice Liliana Segre, che ha sofferto la shoah sulla propria pelle.
«È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. È una scuola che è stata recepita in cui i bulli sono i più forti. Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?».
In Italia «ci sono ancora 6,5 milioni di persone sopra i 12 anni d’età, che non hanno cominciato il ciclo vaccinale» secondo il prof. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Circa il 10% della popolazione, una fetta cospicua eppure molto inferiore a quella di altre nazioni europee come Francia e, soprattutto, Germania dove solo il 65% dei cittadini ha completato il ciclo vaccinale.