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Perché la Festa della Mamma è un’eredità pacifista

Ann Jarvis e la Festa della Mamma

La Festa della Mamma fu creata da tre donne pacifiste alla fine del peggiore conflitto che la loro terra avesse mai vissuto: la Guerra Civile americana del 1861, che aveva fatto 1 milione di vittime. Alla sua fine, Ann Reeves Jarvis iniziò a organizzare una serie di feste della mamma per promuovere la pace tra le famiglie di Nordisti e Sudisti. Nello stesso periodo la sua amica Julia Ward Howe, poetessa, aveva proposto una festa nazionale che celebrasse le madri e la pace.

Allo scoppio della terribile Guerra Franco-Prussiana in Europa nel 1871, la Ward scrisse un famoso appello alle donne del mondo per la pace. Quell’appello divenne poi il Mother’s Day Proclamation, un invito all’azione per tutte le donne e le madri del mondo.

«I nostri mariti non dovrebbero venire da noi puzzando di massacri a chiedere carezze e applausi. I nostri figli non dovrebbero esserci tolti per disimparare tutto quello che abbiamo insegnato loro sulla pietà e la compassione. Nel nome dell’umanità, io chiedo con forza a tutte le donne del mondo di lottare per un’alleanza tra le diverse nazioni, per una risoluzione pacifica dei conflitti e per i più grandi interessi della pace».

Julia Ward Howe, Appello alle donne di tutto il mondo

La nascita della Festa della Mamma

La Ward non riuscì a istituire una festa della mamma: sarà la figlia della sua amica a realizzarne il sogno. Ann Reeves Jarvis aveva avuto undici figli, sette dei quali erano morti bambini: Anna Jarvis era una dei quattro sopravvissuti. La madre la incoraggiò a frequentare l’università e le comunicò i suoi ideali pacifisti.

Il 10 maggio 1908, tre anni dopo la morte di Ann, Anna Jarvis organizzò una cerimonia commemorativa per onorare lei e tutte le madri della sua chiesa di Andrews. Quel luogo, a Grafton, in Virginia, divenne oggi il  santuario internazionale della festa della mamma.

L’iniziativa ebbe un immediato successo e divenne un’istituzione. Anna lottò allora contro chi cercava di commercializzarla, fallendo. Ma si rifiutò di emulare gli speculatori, nonostante le sue gravi difficoltà economiche. Nel corso del secolo la sua iniziativa si diffuse in tutto il mondo, arrivando anche in Italia negli anni Cinquanta.

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