La piccola era glaciale fu il raffreddamento del clima che seguì il periodo caldo medievale iniziato nell’anno Mille e che colpì il mondo nell’era moderna. Già dal 1300 i ghiacciai cominciarono a crescere tanto che in Svizzera interi villaggi vennero sepolti dal ghiaccio.
Dalla fine del Medioevo il Tamigi come il Mar Baltico cominciarono a gelare spesso tanto che nel Seicento un esercito svedese poté attraversare il canale della Danimarca a piedi per attaccare Copenhagen. Durante la Guerra di indipendenza americana si poteva camminare da Manhattan a Staten Island sulla Baia di Hudson congelata.
Il freddo cambiò anche le abitudini delle persone: i vestiti si fecero più pesanti, si diffusero la biancheria intima e i bottoni, l’architettura divenne più attenta alla conservazione del calore e si diffusero sport come il pattinaggio su ghiaccio.
Questo cambiamento climatico provocò anche sconquassi politici e sociali, soprattutto a causa delle carestie e delle alluvioni.
A metà del Seicento, in Cina, la carestia portò alla caduta della dinastia Ming e all’ascesa di quella Qing a metà del Seicento. In Groenlandia e Islanda il freddo praticamente estinse metà della popolazione, Lisbona fu colpita da otto tempeste gelate in cento anni nel Settecento.
La situazione iniziò a cambiare solo alla fine del XIX secolo, fino a oggi. Nella nostra epoca, infatti, la naturale oscillazione climatica si è impennata a causa dell’attività dell’uomo.
Libri consigliati
- Il primo inverno. La piccola era glaciale e l’inizio della modernità europea (1570-1700) di Philip Blom, Feltrinelli;
- Storia culturale del clima. Dall’era glaciale al riscaldamento globale di Wolfgang Behringer, Bollati Boringhieri;
- The Climate History in a Planetary Age di Dipesh Chakrabarty, University of Chicago Press.
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