Una malattia che faceva ridere per settimane, fu la misteriosa epidemia di risate che colpì il Tanganica, oggi Tanzania, in Africa, nel 1962. Cominciò tutto con tre ragazze di una scuola femminile sul Lago Vittoria e ben presto si diffuse in tutto l’istituto: un centinaio di ragazze tra i 12 e i 18 anni si ammalarono.
Ridevano ed erano incapaci di concentrarsi anche per settimane tanto che, dopo sei mesi, la scuola fu costretta a chiudere a marzo. Riaprì a Maggio ma l’epidemia di risate costrinse a chiudere la scuola nuovamente a Giugno.
A quel punto l’epidemia si diffuse anche a Nshamba, uno dei villaggi dove vivevano le ragazze, per poi diffondersi ad altre scuole e regioni. Chi era colpito rideva, piangeva, era agitato e soffriva di difficoltà respiratorie.
Ci vollero 18 mesi perché il fenomeno finisse. 14 scuole aveva dovuto chiudere ed erano state contagiate circa mille persone, soprattutto giovani.
L’ipotesi più accreditata oggi è che sia stato un caso di isteria di massa dovuto all’appena raggiunta indipendenza della nazione. Non fu l’unico caso legato alla decolonizzazione, l’epidemia di corsa in Uganda sembra sia connessa allo stesso fenomeno.
Testo e documentario consigliati
- An Epidemic of Laughing in The Bukoba District of Tanganyika di A.M. Rankin e P.J. Philip, The Central African Journal of Medicine;
- Laughology di Albert Nerenberg.