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Paolo e Francesca, un delitto d’onore e un femminicidio medievali

Paolo e Francesca

È la vittima di femminicidio più famosa della letteratura italiana. Si tratta di Francesca da Polenta o da Rimini, protagonista dei famosi versi «Amor ch’a nulla amato amar perdona» di Dante.

A 15 anni, la ragazza dovette sposare Giovanni o Gianciotto Malatesta, che aveva il doppio dei suoi anni, dalla sua famiglia. Un matrimonio combinato per ragioni politiche. Ma Francesca si innamorò del cognato Paolo con cui iniziò una relazione che venne presto scoperta dal marito.

Francesca, a soli ventitré anni, fu uccisa assieme a Paolo da Giovanni Malatesta, che nello stesso anno si risposò con Zambrasina di Tebaldello Zambrasi. Gli storici hanno ipotizzato che l’omicidio sia da attribuirsi alla volontà del marito di legarsi ad una famiglia più potente di quella della prima moglie.

Francesca è, però, diventata immortale grazie ai magnifici versi del V canto dell’Inferno di Dante Alighieri, che forse aveva conosciuto Paolo. Una storia, quella di Francesca, che intreccia il delitto d’onore, eredità culturale italiana fino agli anni ’80, con quel femminicidio con cui ci misuriamo, per l’ennesima volta, in questi giorni a una settimana dalla Giornata contro la violenza sulle donne.

Immagine di copertina: Gianciotto sorprende Paolo con Francesca di Francisco Diaz Carreño, 1866.

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