Il capolavoro Cent’anni di solitudine fu scritto da Gabriel Garcia Marquez grazie al supporto e al duro lavoro della moglie Mercedes Barcha. Il libro è un’opera maestosa, capostipite del realismo magico latinoamericano, che racconta la storia della Colombia attraverso sette generazioni di Buendìa. La famiglia diventa lo specchio deformante attraverso il quale vivere gli eventi del paese dalla sua nascita come stato moderno. Momenti come l’arrivo della ferrovia, del cinema, la guerra dei mille giorni (1899-1902), la feroce repressione dei lavoratori e l’egemonia economica dell’United Fruit Company.
Gabriel Garcia Marquez e Mercedes Barcha
Marquez lavorò al libro per più di vent’anni, imboccando numerosi vicoli ciechi fino al 1965. Mentre guidava sulla strada di Acapulco, lo scrittore trovò il celebre inizio del romanzo ed ebbe una visione di come scrivere il racconto. Fermò la macchina e disse alla moglie di avere la chiave per la sua opera. Tornati a casa, si chiuse in studio mentre Mercedes, il “coccodrillo sacro” di Marquez, prendeva in mano tutto il resto. Barcha sostenne la famiglia per 18 mesi, indebitandosi per 12mila dollari. Ma grazie a lei Marquez riuscì scrivere un capolavoro, iniziando proprio da quell’incipit considerato uno dei più belli e memorabili della storia.
«Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito».
“cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez
L’unione tra Gabo e Mercedes restò salda per tutta la vita e il successo di uno fu merito di entrambi.
«Il matrimonio, come la vita, è terribilmente complicato e bisogna ricominciare dall’inizio ogni giorno. Lo sforzo è costante, e a volte estenuante, ma ne vale la pena»
Gabriel García Márquez
