Sono passati più di dieci anni dal 22 luglio 2011, il giorno della strage di Utoya e delle esplosioni nel centro di Oslo, quando Anders Breivik portò il terrorismo nazifascista nel centro della vita norvegese ed europea. Dopo aver fatto esplodere almeno un’autobomba vicino agli uffici governativi, Breivik, travestito da poliziotto, si avviò verso Utoya. Sull’isola si erano riuniti i ragazzi della Lega dei Giovani Lavoratori (Arbeidernes Ungdomsfylking, AUF), organizzazione giovanile del Partito Laburista Norvegese.
La strage di Utoya
Fingendo di essere alla ricerca di ordigni esplosivi, si imbarcò su un traghetto e sbarcò a Utoya dove, però, i direttori del raduno, insospettiti dalle armi del ragazzo, iniziarono a fargli domande. Breivik sparò loro con una Glock e poi si diresse verso il campo dove erano riuniti i giovani dai 10 ai 20 anni.
Estrasse un fucile semiautomatico e iniziò a sparare, uccidendo 69 studenti. «Camminava lentamente lungo l’isola e ha sparato contro tutti» ha descritto una sopravvissuta. «Poi si è avvicinato al posto dove ero seduta e ha aperto il fuoco uccidendo subito dieci persone. La cosa strana è che era così calmo. Sono riuscita a salvarmi perché mi sono buttata in acqua».
«Ho visto un poliziotto con i tappi per le orecchie» riferì un’altra ragazza. «Ha detto: ‘vorrei riunirvi tutti’. Poi ha iniziato a sparare. Siamo corsi sulla spiaggia e iniziato a nuotare verso la terraferma»
Breivik ha raccontato con estrema freddezza al processo: «Alcuni di loro erano completamente paralizzati, non potevano correre. Era molto strano. Qualcuno si fingeva morto, per questo gli davo il colpo di grazia». Dopo un’ora e mezza di terrore e morte, una squadra Delta norvegese ha fatto irruzione e il terrorista si è consegnato senza opporre resistenza.
Breivik non si è mai pentito e ha utilizzato il processo e la condanna a 21 anni (il massimo della pena in Norvegia) per affermare la propria ideologia di estrema destra: anti-multiculturalista, anti-marxista e anti-islamica.
Immagini: 22 luglio di Paul Greengrass su Netflix.
