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Fanya Efimovna Kaplan, la donna che sparò a Lenin

Fanya Kaplan e Lenin

Come Benito Mussolini, anche Lenin fu quasi ucciso dai colpi sparati da una donna. Fanni (detta Fanya) Efimovna Kaplan era lo pseudonimo dell’attivista e rivoluzionaria Fejga Chaimovna Rojtblat. Nata nel 1890 in una famiglia ebrea della Volinia, oggi regione nord-occidentale dell’Ucraina, entrò giovanissima nel Partito Socialista Rivoluzionario.

A soli sedici anni, nel 1906, finì all’ergastolo in Siberia per il suo ruolo in un attentato rivoluzionario. Durante la prigionia perse quasi completamente la vista (che recuperò, parzialmente, solo in seguito). Il 3 marzo 1917, dopo la Rivoluzione di febbraio che rovesciò lo Zar, fu liberata.

Fanya Kaplan e Lenin

La Rivoluzione di Ottobre, pochi mesi dopo, aprì la lotta per il potere tra gli insorti. I bolscevichi di Lenin, avendo mancato la maggioranza alle elezioni del 1917 e persa la presidenza in favore dei socialisti rivoluzionari nel 1918, sciolsero l’Assemblea Costituente. I conflitti che seguirono portarono alla messa al bando di numerosi partiti politici tra i quali i Socialisti Rivoluzionari.

Sentendosi tradita, Fanya raggiunse Lenin dopo il suo comizio alla fabbrica “Mihel’son” a Mosca, il 30 agosto del 1918. La Kaplan chiamò Lenin prima che salisse in auto e gli sparò tre colpi di pistola. Un proiettile trapassò il cappotto di Lenin, mentre gli altri due lo ferirono al collo e alla spalla sinistra.

Arrestata, Fanya dichiarò: «Il mio nome è Fanya Kaplan. Oggi ho sparato a Lenin. L’ho fatto da sola di mia propria iniziativa. Non rivelerò chi mi ha procurato la pistola. Non darò nessun dettaglio. Decisi di uccidere Lenin molto tempo fa. Lo considero un traditore della rivoluzione. Ho passato 11 anni in un duro campo di lavoro. Dopo la rivoluzione, fui liberata. Ero favorevole all’Assemblea Costituente e lo sono ancora adesso».

Il 3 settembre, Fanya fu giustiziata con un colpo alla nuca. Poche ore dopo il governo emanò il decreto “Terrore Rosso” che portò all’esecuzione di 800 “nemici della rivoluzione” e alla nascita dell’Unione Sovietica.

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