L’8 marzo si è riunita a L’Aja, la Corte Penale Internazionale nel Tribunale Superiore delle Nazioni Unite per appurare se la Russia si sia macchiata di crimini di guerra in Ucraina. Al centro della discussione i bombardamenti sui corridoi umanitari concordati tra le due nazioni da parte dell’esercito di Putin. La delegazione russa ha, volutamente, disertato l’aula.
Secondo Anton Korynevych, rappresentante ucraino alla Corte Internazionale, «il fatto che i seggi della Russia siano vuoti parla chiaro». Finora, 474 civili sono stati uccisi e 861 feriti. Tra questi 38 bambini sono morti e 71 feriti.
Cos’è il “Modello Grozny”
I bombardamenti indiscriminati e l’attacco ai corridoi umanitari di questi giorni ricordano quelli già visti in Cecenia e poi in Siria. I generali russi premono, ora, per considerare l’intera città di Mariupol “bersaglio legittimo” e raderla al suolo. La stessa cosa fatta a Grozny (“la città più distrutta al mondo” per l’ONU) dove i russi sfruttarono i lanciarazzi multipli TOS-1 armati con bombe termobariche, le armi più devastanti dopo l’atomica. Il successo della distruzione in Cecenia dimostrò alla Federazione l’utilità di quello che divenne il “modello Grozny”.
L’esperto di sicurezza russa Mark Galeotti scrisse su Foreign Policy che la Russia aveva imparato il valore strategico della brutalità in guerra in Cecenia. La stessa distruzione fu applicata, poi, dai consiglieri militari di Putin inviati a Damasco e Aleppo.
La Siria, l’Ucraina e i crimini di guerra
In questi giorni molti hanno ricordato proprio le azioni dei russi ad Aleppo. Putin era intervenuto a fianco del dittatore Bashar Al-Assad nel 2015 per schiacciare i compositi movimenti di opposizione. L’Osservatorio siriano per i diritti umani calcolò che nei sei mesi tra il settembre 2015 e il febbraio 2016, gli attacchi aerei russi avevano causato la morte di 1.700 civili, dei quali 200 bambini. Airwars, organizzazione che monitora le vittime degli attacchi aerei in guerra, contò tra i 2.730 e i 3.866 morti civili (da 690 a 844 bambini).
In quegli anni la BBC denunciò i numerosi attacchi indiscriminati dei russi su ospedali, mercati e scuole. Mosca dichiarò di aver bombardato solo “terroristi”, ma i bombardieri si spinsero molto oltre il fronte, lontano dalle roccaforti dell’Isis e di al-Qaida. Come avvenne a Ghuta (poi teatro di un terribile attacco chimico), dove i bombardamenti coinvolsero centinaia di civili.
La Siria confermò, agli occhi di Putin, il “modello Grozny”. L’impressione è che, anche in Ucraina, l’esercito russo stia iniziando ad applicare lo stesso modus operandi. Che potrebbe costare alla Federazione una condanna per crimini di guerra.