La storia di Kaliningrad è il lungo racconto di tensioni non diverse da quelle che, negli ultimi giorni, sono nate dal blocco delle merci (sottoposte a sanzioni) in entrata nell’exclave russa da parte della Lituania. L’ordine religioso e crociato dei cavalieri teutonici fondò l’antica Königsberg nel 1255 come centro del loro potere teocratico. La città divenne famosa per il suo porto, uno dei pochi, nel Baltico, utilizzabile anche d’inverno, e il suo ruolo come cuore del potere degli Hohenzollern, la famiglia reale prussiana che avrebbe unito la Germania.
Königsberg divenne un’exclave già nel primo Novecento, in quel caso della Germania. Ma fu con la Seconda Guerra Mondiale che il suo destino si legò strettamente alla Russia e all’URSS. Ironicamente, visto che da Königsberg erano partite proprio quelle crociate teutoniche che avevano minacciato il potere di Mosca.
Da Königsberg a Kaliningrad
La città era uscita devastata dai bombardamenti della guerra che avevano distrutto persino la cattedrale e tomba di Immanuel Kant. L’Armata rossa conquistò la città nell’aprile del 1945. Il nome della città divenne “Kaliningrad” in onore del rivoluzionario russo Michail Kalinin.
Questo cambiamento fece parte di una più vasta operazione di “russificazione” della zona, una strategia che attuò una sostituzione etnica completa della popolazione della zona. Popolazione che viveva in quell’area da circa ottocento anni.
I 150mila abitanti tedeschi di Königsberg sopravvissuti alla guerra furono deportati nei territori germanofoni sotto il controllo sovietico e sostituiti con persone russe. Ma l’URSS non investì un rublo nel restauro della città che, per decenni, restò un cumulo di macerie dove sostava la flotta del Baltico (ancora oggi in porto). La cattedrale rimase danneggiata per quarant’anni finché, dopo la caduta del Muro, la Germania ne finanziò il restauro.
Grazie agli accordi tra Occidente e Russia del 2002, Kaliningrad ha iniziato a prosperare e oggi il suo oblast ha un terzo del pil di quello di Mosca e, nel 2004, il 70% della sua popolazione non aveva mai visitato la Russia ma era stato a Berlino e Varsavia. A causa della sua militarizzazione (anche nucleare) e la sua posizione, molti studiosi definiscono Kaliningrad “il posto più pericoloso del mondo”.