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L’altro 11 settembre di Salvador Allende

Salvador Allende, presidente del Cile

Questo è l’altro 11 settembre, quello del 1973, quando Salvador Allende, presidente socialista del Cile, parlava alla radio mentre le forze del generale Augusto Pinochet lo assediano nel palazzo del governo.

Dà l’addio al suo popolo, lo invita a sperare più che a farsi massacrare nella resistenza. Ha compreso che contro le forze che si sono sollevate non ci sarà una vittoria.

Ma lo rincuora perché, dice, il domani apparterrà al popolo, e ha ragione.

Allende muore nell’assedio. Pinochet prende il potere col sostegno degli USA. Iniziano anni di durissima dittatura e omicidi di stato finché, nel 19881, un referendum, sì, un semplice voto popolare, rovescerà il regime senza sparare un colpo.

Come aveva detto Allende: quello che abbiamo seminato nella coscienza dei cileni non potrà morire definitivamente.

«Noi vivremo in eterno in quella parte di noi che abbiamo donato agli altri».

Salvador Allende

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  1. La volontà popolare richiese due anni (1988-1990) per far cadere il regime. Nel 1988 si tenne il plebiscito nazionale, vinto col 55% dal No, nel 1989 le elezioni e solo l’11 marzo 1990 Pinochet si dimise concludendo definitivamente il regime di cui era a capo. L’ex-dittatore mantenne la leadership dell’esercito fino al 1998 quando si dimise e fu, infine, arrestato a Londra per crimini contro l’umanità. ↩︎

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