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La lotta delle madri di Plaza de Mayo

Le madri di Plaza de Mayo

C’è un gruppo di donne che ha svelato i crimini della dittatura fascista in Argentina: sono le madri e le nonne di Plaza de Mayo. Da cinquant’anni chiedono giustizia per i figli e i nipoti1 scomparsi, i desaparecidos, vittime del regime di Videla.

Le madri e le nonne di Plaza de Mayo 

Il 30 aprile 1977 quattordici donne, madri di desaparecidos, si recarono a Plaza de Mayo, davanti il palazzo presidenziale a Buenos Aires, per chiedere a gran voce la verità sul destino dei figli sequestrati dal regime.

Fu ordinato loro di disperdersi ma rifiutarono continuando la loro marcia e opponendosi al regime all’apice della sua violenza.

Ma la pagarono cara. Azucena Villaflor de Vincenti, Mary Ponce de Bianco ed Esther Ballestrino de Careaga, tre delle fondatrici del gruppo, furono sequestrate pochi mesi dopo, torturate e uccise. I loro resti sono sati ritrovati solo nel 2005 e da alcuni documenti declassificati abbiamo scoperto che gli USA sapevano dove erano dal 1978.

Ma il movimento ha resistito ottenendo sempre più popolarità, sia in Argentina che all’estero, con manifestazioni pacifiche di migliaia di persone.

Sulla spinta di queste proteste è nata una commissione di inchiesta che ha svelato nomi e dimensioni del fenomeno dei desaparecidos.

Ancora oggi, ogni giovedì, il popolo argentino si riunisce in quella stessa piazza2 per ricordare le oltre 30.000 vittime del videlismo.

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  1. Quando una donna incinta veniva sequestrata dalle forze del regime argentino, restava in vita fino al parto e per poi essere uccisa. I figli nati da queste desaparecidas venivano dati a famiglie vicine al regime. Le nonne di Plaza de Mayo hanno ritrovato, a oggi, 130 nipoti su un totale di circa 500.
    ↩︎
  2. Le madri e le nonne di Plaza de Mayo hanno marciato per la verità ogni giovedì per trent’anni, fino al 2006. Oggi l’organizzazione originale del movimento, la Madres de Plaza de Mayo – Línea Fundadora, continua a osservare la marcia e la commemorazione del giovedì, mentre quello guidato da Hebe de Bonafini, avvicinatosi al governo Kirchner, ha deciso di sospendere la sua partecipazione. ↩︎

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