Qual era il piatto preferito di un imperatore romano come Adriano? Prima vediamo cosa mangiava un aristocratico di Roma e poi ve lo dico. I banchetti erano un evento per l’aristocrazia romana, che era però un’esigua minoranza della popolazione, circa lo 0,2% dei romani.
Un nomenclator, un maggiordomo, annunciava gli invitati che si sdraiavano sui lettini secondo la loro gerarchia sociale. A Roma tutto, dal traffico in strada alla disposizione nel triclinio, era legato al rango sociale.
Iniziavano le portate: l’antipasto poi tre primi e due arrosti e infine il dolce. Si mangiavano fichi, uova di pavone, maiale, bovini, pesce, calamari e si beveva vino annacquato.
Pasti estremamente abbondanti ed elaborati e per questo, come vediamo nel Satyricon di Petronio, spesso i ricchi come Trimalcione, il cui banchetto è diventato sinonimo di eccessi, soffrivano di gastrite, calcoli, gotta.
Il piatto preferito di Adriano e di Alessandro Severo? Lo chiamarono tetrafarmacum: era un involucro di pasta dolce ripieno di carne, in generale cacciagione, fagiano e cinghiale oppure maiale. Adriano, come molti aristocratici, amava la caccia e la cacciagione.
Libri consigliati
- La vita quotidiana a Roma all’apogeo dell’impero di Jérôme Carcopino, Laterza;
- Roma antica in cucina: Tradizioni e ricette tra repubblica e impero di Marco Gavio Rubeis e Giorgia Affanni, I Doni delle Muse;
- Satyricon. Testo latino a fronte di Petronio Arbitro, BUR;
- Vacanze romane. Tempo libero e vita quotidiana nell’antica Roma di federica Guidi, BUR.
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