Il 22 giugno del 1633 l’Inquisizione chiude il processo più famoso dell’epoca, quello a Galileo Galilei, colpevole di eresia per aver affermato che la Terra giri attorno al Sole, e non viceversa. Galileo portava avanti questa teoria da molti anni, e sin dal 1616 la chiesa aveva cercato di dissuaderlo dal pubblicare le proprie tesi. Nel 1623, con l’elezione del suo sostenitore Maffo Barbieri al soglio pontificio come Papa Urbano VIII, Galileo prende coraggio e decide che il tempo di parlare apertamente è giunto.
L’eresia di Galileo Galilei
Pubblica prima uno dibattito tra aristotelici e copernicani in cui prende apertamente le parti di questi ultimi. Infine, nel 1632, il famoso Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo che rivoluzionerà l’astronomia, la scienza e il mondo intero fino a oggi.
Urbano VIII, nonostante il favore che nutre per Galileo, spinto dalle pressioni interne ed esterne alla chiesa, convoca lo scienziato a Roma e lì, il 23 aprile del 1633 inizia il processo per eresia. L’Inquisizione minaccia il pensatore di tortura e lo convince ad abiurare le sue teorie, finendo così i suoi giorni solitario agli arresti domiciliari a Firenze.
Galileo però, restò per sempre convinto delle sue scoperte e, nonostante l’abiura e le minacce della chiesa, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo fu un passo in avanti dell’umanità intera che non potè essere disfatto con le armi della censura e della violenza.
La Chiesa riconobbe, infine, la validità delle teorie di Galileo e fece ammenda per i propri errori solo 350 anni dopo quella condanna, nel 1983.
«Non mi sento obbligato a credere che lo stesso Dio che ci ha dotato di sensi, ragione ed intelletto abbia inteso permetterci di rinunciare al loro utilizzo».
Galileo Galilei
Immagine: Ritratto di Galileo Galilei di Justus Sustermans.
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