Sono le 1.20 del mattino del 27 giugno 1969, la notte è calda e l’atmosfera elettrica tra le strade del Greenwich Village. I poliziotti stanno entrando allo Stonewall Inn: niente di nuovo, una delle solite retate fatte per schiacciare la comunità LGBT+ che popola il quartiere. In realtà è l’inizio della rivolta di Stonewall.
La rivolta di Stonewall
Sono anni che va avanti così. Certo, le cose sono migliorate, dopo le denunce contro la polizia di molti membri del “movimento omofilo”, ma nel 1969 il sindaco John Lindsay rischia di non essere rieletto e quindi ordina al vice ispettore Seymour Pine di guidare un’incursione allo Stonewall Inn per raccogliere informazioni e ricattare le persone omosessuali di Wall Street che frequentano il locale.
Insomma, niente di nuovo. Ma quella notta è calda e l’atmosfera elettrica tra le strade del Village. Tutte le forze sopite nel cuore della comunità LGBT+ si sono unite: il sentimento antiautoritario del ‘68, la guerra del Vietnam, il black power, la liberazione sessuale, anni e anni di vessazioni e ricatti e morte. Quando la polizia entra allo Stonewall accende la miccia di una montagna di esplosivo.
La nascita del movimento LGBT
Stonewall deflagfra guidato da tre persone che non vogliono più subire: la drag queen Marsha P. Johnson, la persona transgender Sylvia Rivera e la lesbica Stormé DeLarverie. L’orgoglio LGBT+ rinasce come un fuoco tra le macerie della rivolta.
La notte è una battaglia sotto le luci diafane dei lampioni. Arrivano le forze speciali della polizia e quelle del movimento LGBT: un corteo di drag queen che blocca la Tactical Force con il coro:
Siamo le ragazze dello Stonewall
abbiamo i capelli a boccoli
non indossiamo mutande
mostriamo il pelo pubico
e portiamo i nostri jeans
sopra i nostri ginocchi da checche!
Drag queen durante i moti di Stonewall
È la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. La comunità LGBT+ entra nel ‘68 e nei grandi moti di quegli anni, per la prima volta, come protagonista. Senza nascondersi, alzando la testa e gridando al mondo intero:
«We are everywhere!
Stonewall riots
Noi siamo ovunque»

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