Sono le 10.25 del 2 agosto 1980 e a Bologna fa un caldo torrido che sembra sciogliere gli anni di piombo. L’esplosione è fragorosa, inaspettata, violenta. Spezza le orecchie, le mura, le finestre, uccide 85 persone, ne ferisce 200. È la strage alla stazione di Bologna, il peggior attacco terroristico della storia italiana.
Il ventre squarciato della stazione urla giustizia, ma, come dirà il magistrato Libero Mancuso, i depistaggi sono già iniziati. Il Governo Cossiga parla dell’esplosione di una caldaia, ma presto diventa chiaro che si tratta di un attacco.
I misteri sulla strage alla stazione di Bologna
Il generale Giuseppe Santovito, iscritto alla P2 e a capo di un settore deviato del SISMI, guida le operazioni di insabbiamento, nascondendo ordigni su altri treni. L’operazione “Terrore sui treni” serve ad accreditare la pista del terrorismo estero per la strage alla stazione di Bologna.
Pietro Musumeci, vice capo del SISMI, produce un dossier fasullo. Indica due terroristi internazionali legati all’eversione nera spontaneista, priva di legami politici, come mandanti ed esecutori dell’attentato.
Tutto falso, come dichiarerà la Corte d’assise di Roma anni dopo: «Sgomenta che forze dell’apparato statale, sia pure deviate, abbiano potuto così agire, non solo in violazione della legge, ma con disprezzo della memoria di tante vittime innocenti, del dolore delle loro famiglie e con il tradimento delle aspettative di tutti i cittadini, a che giustizia si facesse».
La bomba è opera dei NAR, i nuclei fascisti di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. D’accordo con i settori deviati dello stato, cercano, invano, di realizzare una strategia della tensione. Lo scopo è terrorizzare la popolazione e spingerla verso politiche più autoritarie e fasciste.
Ci vorranno 27 anni di processi e indagini per scoprire la verità. I fascisti, d’accordo con una parte dello stato, commisero il peggior attacco terroristico della nostra storia.
«Sono convinta che quella bomba, così come purtroppo le tante altre bombe che hanno insanguinato l’Italia in quegli anni, siano prima di tutto un crimine contro l’umanità per il totale disprezzo della vita umana che portava con sé, per la cieca ferocia, per l’efferatezza che le ha contraddistinte».
annamaria cancellieri
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