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La Cupola del Brunelleschi e la Firenze del Quattrocento

Il Duomo e la Cupola del Brunelleschi a Firenze, in Italia

Era il 7 agosto del 1420. In quel periodo le estati europee erano meno calde e gli inverni più freddi, ma l’aria a Firenze d’agosto era irrespirabile per l’umidità. Da oltre cento anni la grande chiesa di Santa Maria del Fiore, il Duomo, era incompiuta: il tamburo attendeva dal 1315. Tutto era pronto per la Cupola del Brunelleschi.

La Cupola del Brunelleschi e il Duomo dei record

Nel 1418, l’Opera del Duomo aveva bandito un concorso che, ufficialmente, non aveva avuto vincitori. Ma l’ambizioso Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti furono nominati capomastri. Ghiberti sarebbe morto di lì a poco e Brunelleschi avrebbe preso in mano il progetto.

La mattina del 7 agosto Firenze taceva come in attesa del balzo. La tensione delle aspettative e dei rischi era palpabile in quell’aria umida e calda. Il cantiere aprì sotto il sole estivo seguendo le disposizioni di Brunelleschi, i dodici punti con cui aveva sintetizzato i lavori.

Ci vollero 16 anni per chiudere la cupola, la più grande del mondo all’epoca, e ancora oggi, con i suoi 54,8 mt di diametro esterno, la più grande in muratura mai costruita dall’uomo. Un capolavoro dell’ingegneria, dell’architettura e dell’arte, la più importante opera edilizia eretta in Europa dall’epoca romana.

Ispirata sia ai precedenti classici che alle cupole persiane, l’opera del Brunelleschi, chiamata cupola a rotazione, è unica nel suo genere: slanciata e imponente allo stesso tempo e coronata da una lanterna iniziata da Brunelleschi nel 1446 e completata da Michelozzo e Manetti nel 1461. Nel 1472 il Verrocchio completò la straordinaria struttura con la palla di bronzo sulla cima.

Una sintesi della bellezza, delle ambizioni e della conoscenza che Firenze diffondeva nel mondo in quel lontano XV secolo, al finire del Medioevo e l’inizio del Rinascimento, mentre una nuova epoca sorgeva tra le mura crollanti di Costantinopoli a oriente e le caravelle di Colombo a occidente.

«La cupola si colloca tra il passato e l’avvenire, conclude l’immagine tradizionale della città, e dà la misura delle possibilità future».

Leonardo Benevolo in Storia dell’Architettura del Rinascimento

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