La decapitazione di Maria Antonietta fu un femminicidio di stato? «S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche!» Se non hanno pane che mangino brioche era la frase attribuita alla Regina, un falso, di cui parla ne Le confessioni Jean Jaques Rousseau, per aizzare la folla affamata contro Maria Antonietta, colpevole di almeno tre cose: essere una donna ricca, potente e straniera.
La prigionia alle Tuileries
Dopo la marcia delle donne su Versailles le stanze della regina furono invase e Maria Antonietta catturata e deportata alle Tuileries con il marito. Da allora in poi la regina scrisse ai suoi amici che si sarebbe tenuta fuori dalla politica perché temeva, a ragione, che le sarebbero state addossate tutte le colpe avvenire.
Alle Tuileries fu detenuta nell’incertezza, costantemente insultata e attaccata. Quando anche l’ultimo barlume di speranza e sicurezza scomparve con la morte del deputato Mirabeau, il 2 aprile del 1791, la famiglia reale decise di scappare. Questa fuga, finita in una rapida cattura a Varennes, demolì la sacralità monarchica e condusse alla fine del Regno di Francia.
La famiglia reale fu ricondotta alle Tuileries dove attese inerme il suo destino. In agosto avvenne il cruento assalto popolare che massacrò tutti i membri della corte e condusse i regnanti in carcere alla Tour du Temple.
Il processo di Maria Antonietta
Dopo la decapitazione di Luigi XVI, Maria Antonietta restò prigioniera con la figlia e il figlio. Quest’ultimo, ormai Luigi XVII di Francia, le fu strappato perché fosse plagiato e messo contro la madre da un ciabattino analfabeta. Maria Antonietta, malata probabilmente di un fibroma uterino, continuò a deperire a causa delle gravi emorragie di cui soffriva e dei lutti che aveva subìto.
Il 14 ottobre del 1793 fu condotta davanti al Tribunale rivoluzionario. Apparve invecchiata di decenni ma non sconfitta. Accusata di cospirazione e omicidio rispose a ogni domanda senza mai contraddirsi e mentire. Il Tribunale usò il figlio Luigi per darle di madre incestuosa, Maria Antonietta restò immobile, poi, incalzata, si alzò e disse: «Se non ho risposto, è perché la Natura stessa si rifiuta di rispondere a una simile accusa lanciata contro una madre! Mi appello a tutte le madri che sono presenti!».
Il 16 ottobre fu condotta in Place de la Révolution, vestita di bianco perché il nero le fu proibito. Salì sul patibolo e, per sbaglio, pestò un piede al boia: «Mi perdoni signore, non l’ho fatto apposta» disse. Poi calò la testa e fu decapitata mentre la folla urlava: «Viva la Repubblica!».
«Siate certo che, qualunque sia la sventura che mi perseguita, io posso anche cedere alle circostanze, ma non consentirò mai ad una cosa indegna di me. È nella sventura che si capisce meglio ciò che si è»
regina maria antonietta di francia
