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Quando Lev Tolstoj morì alla stazione di Astàpovo

lev tolstoj

Era il 20 novembre del 1910 quando Lev Tolstoj, lo scrittore e intellettuale più famoso del mondo, fu ritrovato morente nella stazione di Astàpovo, a metà strada tra Mosca e la Crimea. L’autore di Guerra e Pace era fuggito giorni prima, suscitando il clamore del mondo intero. Il desiderio di un “salto della fede” e la situazione nella sua casa di Jasnaja Poljana, dove i suoi figli e la moglie erano sempre più distanti, lo spinsero a sfidare la sua età e partire.

L’ultimo viaggio di Lev Tolstoj

Il 28 ottobre lasciò sulla sua scrivania una copia dei Fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij aperta nella parte dedicata al figlio e al padre. Scrisse una lettera di addio alla moglie. Gli mancava salire sul treno in quella terza classe che tanto amava, circondato dal popolo, e viaggiare. Partì di nascosto per il suo ultimo viaggio fino in Crimea. L’età e il freddo, però, lo tradirono e Tolstoj si ammalò di polmonite. Il suo viaggio si interruppe proprio ad Astàpovo.

L’autore di Anna Karenina, lo scrittore vegetariano, il pensatore nonviolento che avrebbe ispirato Gandhi, riapparve così moribondo nella stazione vicino Lipeck. Accorsero i parenti, gli amici e i giornalisti per un momento che fu sentito, dal mondo intero, come l’ultima testimonianza di uno dei più grandi uomini della storia.

Non potendo più muoversi, dettò alla figlia Aleksandra l’ultima nota del suo Diario: «Dio è quell’infinito Tutto, di cui l’uomo diviene consapevole d’essere una parte finita. L’unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l’amore. Dio non è amore, ma quanto più grande è l’amore, tanto più l’uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente».

«Dio è quell’infinito Tutto, di cui l’uomo diviene consapevole d’essere una parte finita. Esiste veramente soltanto Dio. L’uomo è una Sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio. Quanto più il manifestarsi di Dio nell’uomo (la vita) si unisce alle manifestazioni (alle vite) di altri esseri, tanto più egli esiste. L’unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l’amore. Dio non è amore, ma quanto più grande è l’amore, tanto più l’uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente»

Lev Tolstoj

Così morì Lev Tolstoj, stretto in un letto come un anziano raggrinzito dei suoi romanzi mentre, come descrisse Boris Pasternak: «Il sole al tramonto segnava la camera con quattro fasci di luce obliqui».

«Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radici in altri»

lev tolstoj

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