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La parità di salario tra uomo e donna è ancora un’utopia

parità tra uomo e donna

Il 9 dicembre del 1977 l’Italia approvava la legge di Tina Anselmi che metteva nero su bianco la parità di uomo e donna sul lavoro. Un principio rimasto solo un’utopia almeno fino al 2016, quando la differenza salariale tra uomini e donne in Italia ha iniziato a calare. Un trend che però si è invertito nel 2019. Oggi il divario tra lo stipendio di una donna e quello di un uomo nel settore privato è dell’11%, circa 3.000 € lordi. Detto in parole povere: in un anno di lavoro un uomo viene pagato dall’inizio di gennaio, una donna dal 6 febbraio.

La parità tra uomo e donna sul lavoro

L’Italia è al 18 posto su 24 paesi europei per il gender pay gap. Si stima che ci vorranno almeno 55 anni perché le donne italiane raggiungano la piena parità salariale con gli uomini. Quindi, nessuna delle lavoratrici di oggi potrà goderne.

La differenza salariale è spesso dovuta anche a una diversa prospettiva di carriera: secondo l’Istat le donne sono solo il 32% dei Dirigenti, il 46% dei Quadri, il 57% degli impiegati e il 35% degli Operai, ma se si esclude il settore pubblico la quota dei dirigenti crolla al 26%. Insomma la differenza di retribuzione media delle donne è legata strettamente alla difficoltà, per molte di loro, di fare carriera e raggiungere posizioni dirigenziali.

C’è voluta la famosa legge Golfo-Mosca sulle quote rosa, perché i consigli di amministrazione delle grandi società italiane passassero dal 5,9% di donne al 36%. Ma anche a parità di posizione, le donne guadagnano meno delle loro controparti maschili: 8.700 € (lordi) in meno per i Dirigenti, oltre 2.000 € per i Quadri, oltre 3.000 € per gli Impiegati e poco più di 2.500 € per gli Operai. E questo nonostante un livello di formazione tra i più alti in Europa. Anzi, più le donne sono istruite e più ampio è il gender pay gap: 32,8% tra chi ha una laurea a oltre il 47% tra chi possiede un master di secondo livello.

«Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica d’inclusione, di rispetto delle diversità, di pace»

tina anselmi

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