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Adriano Olivetti era un capo in un’epoca di padroni

adriano olivetti

Il 27 febbraio del 1960 moriva Adriano Olivetti, industriale di Ivrea, imprenditore, ingegnere, editore e politico. Figlio di Camillo, iniziò a lavorare come operaio nella fabbrica del padre subito dopo la laurea. Un viaggio negli USA, durante il quale visitò più di cento fabbriche, lo spinse a rivoluzionare l’impresa di famiglia. Nel 1938 subentrò al padre come guida dell’azienda. Ma la guerra e la sua aperta rottura col fascismo lo costrinsero all’esilio in Svizzera, da dove collaborò con la Resistenza prima di rientrare in Italia.

La visione di Adriano Olivetti

Per Olivetti, in quell’epoca di lotta tra padroni e operai, l’azienda poteva diventare sintesi sociale del futuro.

«La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica, giusto? (…) In fabbrica si tengono continuamente concerti, mostre, dibattiti. La biblioteca ha decine di migliaia di volumi e riviste di tutto il mondo. Alla Olivetti lavorano intellettuali, scrittori, artisti, alcuni con ruoli di vertice. La cultura qui ha molto valore»

Adriano Olivetti

Adriano Olivetti credeva nell’idea di comunità (pubblicò un libro intitolato L’ordine politico delle Comunità), che era il perno di un’evoluzione che avrebbe superato sia la divisione tra industria e agricoltura che quella, più profonda, tra produzione e cultura.

Grazie al contributo del suo amico geniale Natale Capellaro, Olivetti portò il futuro in Italia e la tecnologia italiana nel mondo aprendo la strada al Personal Computer. Tutto questo attuando un vero umanesimo aziendale, un sogno che lui seppe realizzare e che cambiò anche il panorama della sua Ivrea.

«Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande»

adriano olivetti

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