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Addio a Nawal al-Sa’dawi, intellettuale laica e femminista

La femminista nawal al sa'dawi

Nawal al-Sa’dawi è sempre stata considerata una pericolosa femminista dal potere. Nata a Kafr Tahla, un piccolo villaggio sul Nilo, iniziò a contestare le bigotte leggi egiziane quando aveva solo cinque anni, scrivendo direttamente a Dio. Aveva subito la mutilazione genitale e per questo fu tra le prime a prendere posizione sulla morte di Bedur Shaker, sottoposta a una clitoridectomia a soli 12 anni.

«Bedur, dovevi morire per fare un po’ di luce nell’oscurità delle menti? Dovevi pagare con la tua cara vita un prezzo … a dottori e chierici per insegnar loro che la vera religione non taglia gli organi dei ragazzi».

Nawal al-Se’dawi

Nawal al-Se’dawi, umanista e femminista

Nawal era una pensatrice specchiatamente laica e femminista. E questi due aspetti erano uno conseguenza dell’altro.

«La contrarietà alle donne è universale e non riguarda solo il mondo arabo. Penso al fronte cristiano, ai cosiddetti ‘valori della famiglia’ con doppio standard; e poi il radicamento dell’idea di verginità obbligatoria, i cosiddetti ‘delitti d’onore’, le mistificazioni culturali, le violenze fisiche e psicologiche».

Nawal al-Se’dawi

Laureata in medicina e psichiatria, l’Italia la scoprì trentacinque anni fa, quando Giunti Editore pubblicò il suo Firdaus. Storia di una donna egiziana, un attacco all’islamismo e al patriarcalismo della società egiziana. La storia che racconta è realmente accaduta ed è narrata in prima persona dalla stessa Firdaus, assassina che Nawal conobbe durante una visita al carcere femminile de Il Cairo.

«Ero l’unica donna che avesse strappato via la maschera e rivelato il volto della loro sporca realtà. Mi hanno condannato non perché ho ucciso un uomo, migliaia di persone muoiono ogni giorno, ma perché lasciarmi in vita fa loro paura. Sanno che finché sono viva, non sono sicuri; sanno che li ucciderei. La mia vita significa la loro morte. E la mia morte significa la loro vita. Vogliono vivere. E vita per loro vuol dire altri crimini, altre spoliazioni, rapine infinite».

nawla al-se’dawi, firdaus. Storia di una donna egiziana

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