Il 6 settembre del 1941, nei paesi occupati dai nazisti, indossare la ‘Stella di David’ diventava obbligatorio per tutti gli ebrei sopra i sei anni. Il simbolo a sei punte (meglio noto come ‘Scudo di Davide’ secondo la dizione ebraica Magen David) insieme alla Menorah (il tradizionale candelabro a sette bracci) rappresenta la civiltà e la religiosità ebraica.
I nazisti lo distorsero e lo trasformarono in Die Jude Stern, la stella degli ebrei, per indicarli, segregarli, perseguitarli e infine sterminarli. Un ulteriore passo verso la Shoah, quella Soluzione finale che Eichmann e Himmler condussero con tanta burocratica solerzia. La Stella, con diversi colori e composizioni, fu poi applicata sulle divise degli ebrei nei Campi di sterminio come Auschwitz o Dachau.
La Stella di David nella storia
Tuttavia la scelta nazista aveva precedenti nella storia europea. Nel 1215 il IV Concilio del Laterano, sotto il pontificato di Innocenzo III, impose che gli ebrei portassero un segno distintivo. Nel 1416 Amedeo VIII di Savoia negli Statuta Sabaudiae dedicò ben 16 capitoli agli ebrei, obbligandoli a portare un segno distintivo sulla spalla sinistra. La bolla papale Cum nimis absurdum di Paolo IV (luglio 1555) stabilì l’istituzione dei Ghetti, quindi la separazione degli ebrei dalla restante popolazione, ma anche l’adozione di un segno distintivo di colore grigio.
Una storia di discriminazione e segregazione durata secoli e che oggi ritorna come ultimo insulto alla memoria dell’Olocausto nei paragoni che tanti manifestanti fanno tra ‘Stella di David’ e green pass.
«Questo paragone io non lo accetto assolutamente. Per me significa tutt’altra cosa: sofferenza, dolore, deportazione, eliminazione, sradicare le persone dalle loro case»
Sami Modiano, 91 anni, sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau
A chi parlava di marchi sulla pelle per i non vaccinati, Modiano ha ribadito:
«Quando io sono stato tatuato non avevo più un nome, non sono più stato chiamato Sami Modiano ma B7456. In quel momento mi hanno tolto la dignità di essere una persona umana. I tedeschi ci hanno considerato bestie da eliminare, non eravamo più persone».
Sami Modiano