fbpx

Sophie Scholl, la “Rosa Bianca” che si oppose al nazismo

Sophie Scholl e la Rosa Bianca

Era il 22 febbraio del 1943 quando la ventenne Sophie Scholl salì i gradini del patibolo per essere decapitata dalla ghigliottina dei nazisti. Sophie era stata una bambina felice dall’infanzia spensierata in una famiglia unita. Educata al luteranesimo dalla madre e al cattolicesimo dal padre, dei suoi cinque fratelli amava soprattutto Hans, col quale condivise la lotta e il destino.

Sophie Scholl e la Rosa Bianca

Sophie si scontrò col nazismo appena entrata nella Gioventù Hitleriana che abbandonò per avvicinarsi al messaggio di amore del Vangelo. Nel 1940 la sua vita cambiò definitivamente, quando il fratello Hans tornò dal fronte orientale dove era stato testimone delle atrocità compiute dalle SS sugli ebrei.

Fu allora che i due si unirono a un gruppo di studenti cattolici anti-nazisti fondando la Rosa Bianca. Il gruppo iniziò a distribuire volantini contro la guerra nell’estate del 1942. Sul primo di questi si leggeva: «Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina da guerra continui a funzionare, prima che le città diventino un cumulo di macerie».

Nel 1943, durante una di queste distribuzioni, la Gestapo arrestò Sophie Scholl col fratello Hans e l’amico Cristoph Probst. I tre non vollero tradire i loro compagni e finirono per essere condannati a morte per decapitazione.

All’accusa, che le chiedeva se non si considerava una traditrice dei soldati tedeschi a Stalingrado, Sophie rispose: «No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!»

Quello stesso giorno furono condotti nel cortile della prigione. Sophie Scholl salì sul patibolo zoppicando a causa delle torture subite. Prima di morire pronunciò le sue ultime parole.

«Come possiamo aspettarci che la giustizia prevalga quando non c’è quasi nessuno disposto a dare se stesso individualmente per una giusta causa? È una giornata di sole così bella, e devo andare, ma che importa la mia morte, se attraverso di noi migliaia di persone sono risvegliate e suscitate all’azione?».

Sophie Scholl

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: