«Tornerete nelle vostre case prima che siano cadute le foglie dagli alberi», sentenziava Guglielmo II nell’agosto del 1914: era l’inizio non solo di quella che verrà ricordata come una delle guerre più logoranti della storia, ma anche come il conflitto che ha causato tra i più grandi vuoti generazionali mai registrati. Ernest Hemingway la definì la Lost Generation, quella dei ragazzi nati tra il 1883 e 1900, mandati giovanissimi al fronte e che quando – e se – vi tornarono dovettero fare i conti per tutta la vita con le atrocità vissute. Una generazione perduta raccontata dalla scrittrice Vera Brittain.
Vera Brittain al fronte
Vera Brittain, nel 1914, era una giovane benestante e una brillante studentessa di Oxford; aveva un fratello, Edward, che sognava di diventare compositore e un fidanzato, Roland, che eccelleva negli studi classici. Entrambi si arruolarono volontari nei primi mesi di guerra.
La giovane, volendo contribuire agli sforzi del paese, lasciò l’università per diventare infermiera dapprima a Londra, poi a Malta e infine in Francia: tutti spostamenti scanditi da lettere dal fronte, che non nascondevano la delusione per un conflitto molto diverso da come era descritto in patria.
Edward e Roland morirono sul campo, il loro cognome estinto come quello di tante altre famiglie.
La Brittain, dopo la fine della guerra, tornò a Londra e nel 1933 pubblicò Testament of Youth, un racconto della vita al fronte che diventò non solo il manifesto dei pacifisti, di cui alle soglie della Seconda guerra mondiale la Brittain rappresentò una delle personalità più autorevoli, ma anche la voce di un’intera generazione. Nel 1944 uscì Massacre by Bombing in cui la Brittain, denunciando i bombardamenti in Germania, mostrò una forte inclinazione all’internazionalismo, suscitando la rabbia del pubblico.
Testament of Youth (per noi Generazione perduta) è la voce di chi non ne ha mai avuta una e si unisce a opere come Niente di nuovo sul fronte occidentale nel raccontare con gli occhi di quella gioventù una delle pagine più buie della storia umana.
«Non mi rendevo conto di quanto fossimo fortunati ad avere ancora la speranza, e non immaginavo che ben presto sarebbe venuto un tempo in cui non avremmo avuto nemmeno quella».
Vera Brittain