fbpx

Bagan, il cuore buddhista del Primo Impero Birmano

La città di Bagan in Myanmar

Quando Anawratha divenne re di Bagan, nel 1044, la capitale e il regno erano ancora di modeste dimensioni. Vi si praticava una forma di sincretismo religioso tra induismo, Buddhismo tantrico e animismo che spinse, nel 1056, Manuha, vicino Re di Mon, a inviare un missionario buddhista.

La nascita dell’Impero Birmano di Bagan

Anawratha rimase profondamente colpito dal monaco e convertì se stesso e il regno al Buddhismo Theravadin. Poi inviò un messaggio a Manuha chiedendo che gli fossero consegnati tutti i testi sacri buddhisti di Mon. Manuha rifiutò e Anawratha, considerandolo un affronto, attaccò e conquistò il Regno di Mon e le regioni vicine, fondando il Primo Impero Birmano.

Bagan divenne un importante centro di studi buddhisti e raggiunse i 2 milioni di abitanti nel XIII secolo, mentre la più grande città cristiana dell’epoca, Milano, non superava i 150.000. Una metropoli incomparabile al centro di un vasto impero.

Fu allora, nel 1276, che giunsero alla corte di Bagan i messaggeri di Kubilai Khan, nipote di Genghiz Khan e sovrano della Cina. Il nuovo Re Narathihapate fece giustiziare gli inviati e Kubilai, considerandolo un affronto, invase e saccheggiò Bagan con i suoi mongoli per dieci anni.

Fu la fine del Primo Impero Birmano e un esempio lampante di ruota del Karma.

Oggi Bagan è un patrimonio dell’umanità che si estende per 10 kmq nel cuore asciutto del Myanmar incoronato dalle guglie di 4.000 templi.

«Ci sono viste al mondo dinanzi alle quali uno si sente fiero di appartenere alla razza umana. Bagan all’alba è una di queste. Nell’immensa pianura, segnata soltanto dal baluginare argenteo del grande fiume Irrawadi, le sagome chiare di centinaia di pagode affiorano lentamente dal buio e dalla nebbia: eleganti, leggere; ognuna come un delicato inno a Buddha. Dall’alto del tempio di Ananda si sentono i galli cantare, i cavalli scalpicciare sulle strade ancora sterrate. È come se una qualche magia avesse fermato questa valle nell’attimo passato della sua grandezza»

Tiziano Terzani

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: