Napoleone Bonaparte chiuse gli occhi per sempre alle 17.49 del 5 maggio 1821 mormorando le parole: «Francia, esercito, capo dell’esercito, Giuseppina». Nomi che ritornavano alla sua mente ormai sconfitta rinverdendo gli allori di una vita gloriosa, perduta per l’eccessiva ambizione.
C’è stato un solo Napoleone
Condannato, dalla stessa gloria del suo nome, all’esilio più remoto e solitario, costantemente sorvegliato dall’odioso capitano inglese Hudson Lowe. Così grande era stata la paura che Bonaparte aveva instillato nei sovrani europei che persino le sue spoglie subirono un ennesimo esilio. Costrette alla sepoltura sull’Isola di Sant’Elena e non sulla Senna come avrebbe voluto Napoleone, sarebbero tornate a casa solo nel 1840.
Ma l’ombra di quella grande figura che, da sola, aveva innalzato la Rivoluzione alla gloria e alla tirannia dell’Impero, aduggiava ancora l’intera Europa. L’ode di Manzoni è rimasta a memoria di quanto fosse stata straordinaria la parabola di Napoleone e quanto ricco il suo lascito al Vecchio Continente.
L’Europa incompiuta
Un’eredità che vive ancora nell’Europa di oggi: nelle sue nazioni, nelle sue costituzioni, nel suo pensiero liberale (che pure Napoleone in parte tradì) e nella sua laicità. Napoleone aveva portato la Rivoluzione nella cattolica e frammentata Italia, soffiando sulle braci di un giovane sentimento unitario, dandogli modo di sbocciare.
Bonaparte fu l’ennesimo unificatore dell’Europa che vide naufragare il suo sogno. Eppure, diversamente da un Carlo V e un Luigi XIV, la sua eredità gli sopravvisse. La Restaurazione, tanto sostenuta dai suoi avversari, le teste coronate dell’antica Europa, non vinse il retaggio della Rivoluzione.
L’Europa dei popoli era nata ma ci volle un altro conquistatore, il ben più sanguinario Adolf Hitler, perché infine si destasse e decidesse di unirsi attorno a valori comuni. Fu allora, dopo l’eccidio della guerra, che l’Europa sarebbe appartenuta agli europei e nessun altro conquistatore l’avrebbe fatta sua. Eppure, oggi, duecento anni dopo Napoleone, l’Unione è ancora un meraviglioso incompiuto.
Immagine di copertina: Napoléon di Yves Simoneau con Christian Clavier
Una opinione su "200 anni dopo Napoleone, l’Europa è ancora incompiuta"