Il 2 giugno 1946 l’Italia scelse la Repubblica voltando le spalle, con un referendum, al suo passato fascista e alla monarchia costituzionale della dinastia sabauda. Fu un momento cruciale della storia italiana che, come al solito, divise il paese in due parti reciprocamente avverse e irriducibili. Da un lato le forze dei partiti nati in seno alla resistenza al fascismo, filorepubblicani, e dall’altro quelle tradizionaliste e monarchiche. La Repubblica riuscì a vincere perché le sue forze prevalsero proprio in quelle aree demograficamente più popolate nel Nord Italia.
5 fatti importanti sul Referendum del 2 giugno
- Votarono 24 milioni di italiani, tra le macerie di una guerra appena conclusa e, in alcune aree, sotto l’occupazione militare straniera. 12.716.641 voti per la Repubblica, 10.718.502 voti per la monarchia. Falsa l’accusa di brogli.
- Il risultato divise la penisola in due. In tutte le province a nord di Roma (tranne Padova e Cuneo) vinse la Repubblica. Il risultato più ampio a Trento con l’85% dei voti. In tutte le province a sud di Roma vinse la monarchia (tranne Latina e Trapani). Il risultato più ampio a Napoli, con il 79% delle preferenze.
- Contemporaneamente si votò anche per l’Assemblea Costituente. La Democrazia Cristiana arrivò prima, i socialisti secondi e i comunisti terzi.
- Non tutti gli italiani poterono votare, Tra gli esclusi: i prigionieri di guerra, gli internati in Germania ancora sulla via del ritorno, gli abitanti di Bolzano (annessa alla Germania con Salò) e Trieste (in amministrazione internazionale).
- Ci vollero due settimane per conoscere il risultato, nello stesso periodo scoppiarono tafferugli soprattutto al sud. A Napoli i monarchici attaccarono la sede del Partito Comunista. Intervenne la polizia e ci furono nove morti.
Lo scontro tra governo provvisorio e monarchia culminò con la famosa frase di Alcide De Gasperi, leader della Democrazia Cristiana, a Falcone Lucifero, ministro della Real Casa: «Entro stasera, o lei verrà a trovare me a Regina Coeli, o io verrò a trovare lei». Il 13 giugno De Gasperi annunciò il passaggio dei poteri e il 18 la Cassazione confermò i risultati: l’Italia era divenuta una Repubblica.