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Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio

Valentina Tereshkova

Il 16 giugno del 1963 l’astronauta russa Valentina Vladimirovna Tereshkova raggiungeva lo spazio dentro il missile Vostok 6. Ci sarebbero voluti vent’anni perché una donna americana riuscisse nella stessa impresa.

Valentina Tereshkova sognava di volare

Valentina Tereshkova era nata il 6 marzo 1937 in un villaggio russo nei pressi di Yaroslavl, da una famiglia bielorussa povera e aveva perso il padre carrista durante la Seconda Guerra Mondiale. Tenace e caparbia, lavorò prima in una fabbrica di pneumatici poi in una produttrice di fili da cucito come sarta e stiratrice.

Ma Valentina aveva una passione: il paracadutismo. Diversamente dall’Occidente dello stesso periodo, nella Russia comunista non c’erano paletti sociali a fermare la carriera di una donna. Quella passione le aprì la strada al volo spaziale. La Tereshkova compì il suo primo lancio con il paracadute, ad insaputa della madre, a soli 22 anni, nel 1959. A 25 ottenne il brevetto e con questo, nel febbraio 1962, si presentò assieme ad altre quattrocento donne, alle selezioni per diventare una cosmonauta. L’URSS, dopo Yurij Gagarin, voleva conquistare anche il primato della prima donna nello spazio.

Il 16 giugno 1963 alle ore 12:29 di Mosca, il Soyuz decollò dal cosmodromo di Bajkonur, nell’attuale Kazakistan. Valentina Tereshkova restò nello spazio per quasi 3 giorni, compiendo 49 orbite attorno alla Terra, prima di rientrare il 19 giugno. Questa impresa, celebrata come un grande successo dalla propaganda sovietica, in realtà rischiò di trasformarsi in una tragedia.

Valentina Tereshkova, molti anni dopo, ha raccontato tutti i problemi dietro i trionfalismi. La capsula entrò in orbita disallineata e rischiò di perdersi nello spazio. Il secondo giorno la cosmonauta iniziò a vomitare, non si sa se per il “mal di spazio” o il cibo. Al rientro, rischiò di finire in un lago poi atterrò violentemente sulla terraferma ferendosi il viso. La Tereshkova finì in ospedale, e, quando si riprese, venne riportata nella zona del suo rientro per rigirare le scene dell’atterraggio. L’impresa doveva essere un trionfo.

E nonostante tutto, lo fu. Ma soprattutto per le donne.

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