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L’assassinio di Giacomo Matteotti e il colpo di stato fascista

Assassinio di Giacomo Matteotti

Il 10 giugno del 1924 Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, fu rapito e assassinato dalla squadra fascista di Amerigo Dumini. Erano circa le 16:15 quando il politico uscì di casa e si diresse verso Montecitorio passando per il Lungotevere. Era ferma un’auto con a bordo alcuni individui, poi in seguito identificati come i membri della polizia politica fascista.

Due aggressori gli balzarono addosso. Matteotti riuscì a divincolarsi buttandone uno a terra e costringendo quindi l’intervento di un terzo che lo colpì in faccia con un pugno per poi caricarlo di peso i macchina. Nessuno vide più il deputato vivo.

Giacomo Matteotti aveva, coraggiosamente, denunciato i brogli e le intimidazioni che avevano condotto alla vittoria del Partito Nazionale Fascista alle ultime elezioni. Perché, nonostante tanti dicano il contrario, il fascismo non salì al potere in Italia per “volontà del popolo”, ma attraverso le minacce e le frodi elettorali. Solo dopo, con la propaganda di stato, convinse gli italiani.

Il discorso di Giacomo Matteotti

Il fascismo non fu eletto, prese il potere con un colpo di stato. Matteotti lo denunciò in Parlamento: «Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione».

«Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo»

«Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni».

Concluso il suo discorso Giacomo Matteotti si voltò e aggiunse profeticamente ai suoi compagni di partito:

«Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me».

Giacomo Matteotti

Testo consigliato

  • Un anno di dominazione fascista di Giacomo Matteotti con un saggio di Umberto Gentiloni Silveri, introduzione di Walter Veltroni, Rizzoli.

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