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Le donne costrette a prostituirsi nei bordelli dei lager

Donne costrette nei bordelli dei lager

Fu di Heinrich Himmler, capo delle SS, l’idea di attrezzare bordelli all’interno di alcuni campi di concentramento con lo scopo di aumentare la produttività dei prigionieri che nel 1942 era ritenuta troppo scarsa. L’equazione era semplice: coloro che sarebbero risultati più efficienti avrebbero avuto la possibilità di accedere ai sonderbauten, i cosiddetti “edifici speciali” e abusare delle donne al loro interno. In queste baracche si trovavano ragazze tedesche, ucraine e bielorusse – erano escluse le ebree e le italiane, ritenute contaminanti – e tutte sotto i 25 anni.

I bordelli dei lager

Veniva loro promessa la libertà dopo sei mesi di prostituzione forzata ma questo impegno non venne mantenuto e le violenze continuarono per anni. A queste giovani erano concessi degli orari di lavoro ridotto e razioni di cibo più abbondanti. Ma erano costrette a ricevere decine di uomini al giorno secondo regole ben precise: 15 minuti e niente contraccettivi. Il pericolo di gravidanze era basso perché molte donne erano sterilizzate.

Non tutti i prigionieri potevano fare richiesta per i sonderbauten: erano esclusi gli ebrei e sovietici, mentre era permesso alla cosiddetta “zona grigia” – definizione di Primo Levi – cioè quegli internati che diventarono collaborazionisti o funzionari dei nazionalsocialisti all’interno dei campi. Sebbene alcuni uomini sfogassero la propria frustrazione sui corpi di queste donne, molti ricercavano un affetto umano che potesse ricordare loro di essere delle persone.

«Alcuni facevano regali alle ragazze e c’è anche un caso in cui un uomo e una donna conosciutisi in un simile bordello si sono poi sposati dopo il 1945».

Robert Sommer

Dopo la guerra nessuno parlò più della prostituzione nei campi e le vittime non ebbero diritto ad alcun risarcimento alle vittime. Le sopravvissute provavano un enorme senso di colpa per aver ricevuto un trattamento diverso rispetto alle altre internate e le istituzioni, per molto tempo, hanno cercato di nascondere la realtà della zona grigia per evitare di equiparare le vittime ai carnefici. Ancora oggi, queste donne non sono considerate vittime. 

Testi consigliati

  • Forced Prostitution in Times of War and Peace. Sexual Violence against Women and Girls di Robert Sommer, editato da Barbara Drinckand e Chung-noh Gross, Kleine Verlag Bielefeld;
  • La baracca dei tristi piaceri di Helga Schneider, Salani Editore.

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