«La gente soffriva ma nessuno ci assisteva. Chi moriva veniva gettato lungo la strada, non veniva nemmeno seppellito. Molte persone sono morte durante la deportazione». A parlare è Imru Zelleke, etiope internato nel campo di concentramento di Danane, in Somalia. Come lui altre migliaia di indigeni vennero deportati e internati nelle decine di campi di concentramento dell’Impero coloniale dell’ Africa fascista.
La propaganda, anche dopo la fine del regime, ne parlò come di luoghi protetti:
«Campi splendidamente sistemati e forniti di tutto, dalle tende ai servizi idrici. Dopo la permanenza, le popolazioni tornarono alle loro terre rinnovate dalla scienza e dalla scuola».
Ex-comandante Canevari
I campi dell’Africa fascista
Ma la realtà era ben diversa, come racconta Zelleke:
«Il campo di Danane era completamente recintato da un muro alto otto metri con un camminamento per le guardie. Non riuscivi a vedere niente al di là del muro. Non c’era niente. Le persone dormivano le une accanto alle altre. Non contavi niente, eri nulla.
«All’inizio il cibo era pessimo. Le chiamavano gallette. Ma queste gallette erano deteriorate e piene di vermi. Alcuni internati impararono a mettere gallette al sole così i vermi uscivano, e poi si mangiavano le briciole».
Questi campi erano nati per allontanare le popolazioni indigene dai territori ma la scarsità di acqua e cibo e il sovraffollamento li trasformarono in efficienti strumenti di morte. Lo storico etiope Shiferaw Bekele, d’accordo con Ian Campbell, spiega: «Non esistevano reparti della morte. Ma ugualmente ci furono moltissimi decessi a causa delle dure condizioni di detenzione».
«Era caldissimo e le condizioni sanitarie erano terribili. Moltissime persone si sono ammalate. All’inizio ne morivano sessanta, settanta al giorno. Non c’era né medico né altro. Così morivi semplicemente, e la gente ti prendeva e ti seppelliva fuori dal campo».
Imru Zelleke
Delle 6.400 persone internate con Imru Zelleke a Danane, 3.175 morirono di malattie, fame e sete. Zelleke invece sopravvisse e dedicò il resto della vita alla sua gente divenendo ambasciatore dell’Etiopia e morendo a 99 anni, il 21 ottobre del 2022.
Testi consigliati
- Testi consigliati:
- La ricerca sui campi fascisti in Africa di Roman Herzog, Atti del Convegno sui campi fascisti;
- 2. Lo sfascio dell’impero. Gli italiani in Etiopia (1936-1941) di Matteo Dominioni, Laterza;
- 3. Testimony of Michael Tessema dai documenti sui crimini di guerra italiani inviati alla Commisione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite dal governo etiope.