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Vera Vassalle, la partigiana che unì Alleati e Resistenza

La partigiana Vera Vassalle

Vera Vassalle aveva 24 anni, era sola e leggermente claudicante per la poliomelite, quando, nel mezzo della guerra, partì da Viareggio per raggiungere gli Alleati e chiedere armi per la Resistenza. Il suo viaggio, iniziato il 15 settembre 1943 in Toscana, terminò due settimane dopo a Montella d’Irpinia, in Campania, dove riuscì a oltrepassare la linea del fronte.

Vera Vassalle si mise in contatto con due ufficiali americani che, capito il valore della ragazza, decisero di arruolarla. Sarebbe tornata al nord, nome in codice “Rosa”, e avrebbe coordinato le azioni di Alleati e partigiani attraverso un radiotelegrafo. Dopo l’addestramento con l’OSS (i servizi segreti americani) a Taranto, Vera tornò al nord passando dalla Corsica con un assistente radiotelegrafista che, però, si dimostrò inaffidabile e fece fallire la prima missione.

La squadra di Vera Vassalle e Mario Robello

Ma Vassalle non si arrese. Partì per Milano dove riuscì a rimettersi in contatto con gli Alleati. Chiese nuove informazioni e, soprattutto, un nuovo radiotelegrafista. In risposta venne paracadutato sull’Appennino Mario Robello detto “Santa”. Tra marzo e luglio del 1944, la squadra Vassalle-Robello riuscì a inviare oltre trecento messaggi e permettere, così, sessantacinque aviolanci di armi e di rifornimenti alle brigate partigiane in Toscana e Liguria. I due diventarono una squadra affiatata e, poi, una coppia legata per la vita.

Dopo la Liberazione della sua zona, il 5 settembre 1944, Vera Vassalle tornò a coordinare le azioni dei partigiani al quartier generale dell’OSS. Dopo la guerra e la Medaglia d’Oro al Valor Militare, si sposò con Mario Robello, divenne un’insegnante ed entrò attivamente nelle file del PCI. Morì nel 1985.

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